Fonte: Il Messaggero
Il Tempo: Via ai test con il vaccino di Pomezia
POMEZIA- Il vaccino anti-Ebola inventato a Pomezia è stato somministrato a venti volontari negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
Uomini e donne sani trai 18e i 50 anni che, una volta infettati con il virus della febbre emorragica, dovranno dimostrare la validità del siero italiano. Il via libera ai test sugli esseri umani è stato dato dall’americana Food And drug administration dopo ilsuccesso registrato sulle scimmie: il 100% degli animali è guarito.
A realizzare il vaccino la Okairos di Pomezia in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Disease di Bethesda.
Alla sede in via Pontina della compagnia compagnia biotech italo-svizzera, recentemente acquistata dal colosso britannico GlaxoSmithKline, ha fatto visita ieri il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
«I laboratori dell’Irbm Scienze Park dove opera Okairos – ha spiegato Zingaretti – rappresentano un’eccellenza nella ricerca scientifica. In passato sono stati al centro di ricerche su Hiv, epatite C e malaria.
Il vaccino è il segnale di quanto sia ricca la ricerca scientifica in Italia».
«Costruiremo una rete regionale per l’innovazione. Chiameremo a raccolta tutti i protagonisti presenti nel Lazio, aziende, policlinici, centri di ricerca pubbli ci e privati, per realizzare progetti in rete», ha aggiunto il governatore, auspicando che il Governo «risponda positivamente all’appello dell’Organizzazione mondiale della sanità che vuole fare dell’Istituto per le Malattie Infettive «Lazzaro Spallanzani», a Roma, un centro di contenimento per la lotta all’Ebola».
Il 12 agosto scorso il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, ha inviato una lettera al premier Matteo Renzi e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per chiedere di curare allo Spallanzani medici e infermieri che si ammalano nei paesi africani colpiti dall’epidemia trasportandoli con i jet dell’Aeronautica militare.
Gli operatori sanitari uccisi da Ebola in Sierra Leone, Liberia e Guinea sono 120. Altre decine sono malati. E intanto l’epidemia si è allargata a Nigeria, Senegal e Congo.
Il Lazio, grazie al parco scientifico di Pomezia dove è stato ideato il vaccino e alle camere di isolamento dello Spallanzani, potrebbe divenire il«fronte» per la guerra all’Ebola.
In sei mesi l’epidemia ha già fatto 1.990 vittime in Africa; 2.650 sono lepersone contagiate.I risultati scientifici e i segreti del vaccino italiano verranno pubblicati domenica sulla rivista specializzata «Nature Magazine».
«Non posso anticipare nulla – ha sottoli neato Roberto Cortese, ceo di Okairos – Il siero è un ibrido di terapia genica e immunoterapia. I test sono andati benissimo, oltre ogni aspettativa. Ci siamo trovati ad esser se non gli unici, fra i pochi al mondo pronti a poter fronteggiare questa emergenza imprevista. Il farmaco sarà distribuito nelle sedi opportune». È stato così chiesto dalla Jsk ad Advent Sri di procedere alla preparazione dei primi lotti clinici di vaccino anti-Ebola nei laboratori di Pomezia, per iniziare la sperimentazione su soggetti sani volontari.
Nel frattempo la Regione Lazio ha firmato un Protocollo d’intesa con il Cnr per supportare la ricerca biomedica nel Lazio, sostenere gli studi sulle malattie rare e della povertà e dare impulso all’economia della regione.
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